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TEORIA DELLA MENTE E DIVERSITÀ CULTURALE
Uno studio interessante di Smogorzewska et al. (2020) ha dimostrato che i bambini che frequentano classi inclusive, cioè classi che includono anche persone con disabilità, mostrano livelli più elevati di teoria della mente.
Questo suggerisce che l’interazione con individui che presentano diverse sfide e prospettive possa ampliare la capacità dei bambini di comprendere la mente altrui.
I BENEFICI DELLE INTERAZIONI SOCIALI
Basandosi su queste premesse, una recente ricerca condotta in collaborazione tra l’Università di Birmingham e l’Università di Pavia (Devine et al., 2024) ha indagato se le interazioni sociali con compagni di background culturali differenti possano giovare ulteriormente allo sviluppo della teoria della mente. Lo studio ha coinvolto 730 bambini inglesi di età compresa tra gli 8 e i 13 anni, sottoponendoli a vari compiti per misurare le abilità di teoria della mente, come il Silent Film Task (Devine & Hughes, 2013), lo Strange Stories Task (Happé, 1994) e il Triangles Task (Castelli et al., 2000).
Inoltre, gli insegnanti hanno compilato questionari per raccogliere dati sulle dinamiche della classe.
I risultati hanno rivelato che i bambini che frequentano classi etnicamente eterogenee, o che hanno almeno un amico di origine diversa, dimostrano capacità di teoria della mente superiori rispetto ai loro coetanei in ambienti meno vari.
Questo effetto è stato osservato attraverso diversi gruppi di genere, età ed etnia, confermando l’ipotesi dei ricercatori che la diversità culturale nell’ambiente scolastico può essere una potente risorsa per lo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini.
Significativamente, lo studio ha anche verificato che queste interazioni sociali non conferiscono benefici cognitivi a livello generale, come abilità linguistiche o attentive, ma favoriscono specificamente lo sviluppo delle abilità di teoria della mente.
Questo indica che l’esposizione a diverse prospettive culturali stimola una comprensione più profonda e sfumata degli stati mentali altrui.
In sintesi, la ricerca di Devine et al. (2024) suggerisce che la varietà di prospettive offerte da un ambiente scolastico diversificato non solo arricchisce l’esperienza educativa, ma rappresenta anche un potente catalizzatore per lo sviluppo delle competenze sociali dei bambini.
L’IMPORTANZA DI PROMUOVERE INCLUSIONE E DIVERSITÀ NELLA SCUOLA
Le scuole che promuovono la diversità culturale e l’inclusione non solo preparano i bambini a vivere in una società globalizzata, ma coltivano anche le abilità necessarie per una comprensione empatica e profonda degli altri.
Come psicoterapeuta specialista in psicologia della salute ed esperta in strategie di apprendimento, ritengo che promuovere l’inclusione e la diversità all’interno della scuola non rappresenti solo una questione di giustizia sociale, ma anche di sviluppo cognitivo e soprattutto socio-emotivo.
L’evidenza scientifica riportata suggerisce, infatti, che un ambiente educativo eterogeneo può fungere da palestra naturale per la teoria della mente, preparando i bambini a interagire in modo più efficace e compassionevole con il mondo che li circonda.
Perla Boccaccini – Dirigente scolastico KLC